1/25/2017 0 Comments Io Sono Un Autarchico [1976]Regia di Nanni Moretti. This feature is not available right now. Please try again later. Di MoVimento 5 Stelle Gli italiani alle amministrative hanno dato un segnale di cambiamento: vogliono che si pensi ai loro interessi, non a quelli delle lobby e dei. In queste intense pagine il cantante parla del dolore per la morte dell’amico fraterno Ringo De Palma, batterista dei Litfiba. Abbiamo selezionato uno dei capitoli pi. In queste pagine molto intense invece Pel. E una sconfitta per me. Margherita Guccione racconta Zaha Hadid. Un'artista che ha saputo spaziare dal design, alla scenografia, alla pittura. Quanto vale il poker online, chi sono i professionisti, dove girano pi. Il reportage di Daniele Rielli (Quit the doner). Un film di Nanni Moretti con Nanni Moretti, Luciano Agati, Lorenza Codignola, Simona Frosi. Simona Frosi e Nanni Moretti: Lingua originale: italiano: Paese di produzione. Io sono un autarchico Ad ora i migliori passatelli asciutti mai mangiati sono quelli di Arnaldo all’Osteria numero 7 Penso sempre che avrei potuto fare pi. Ci ho provato, ma non abbastanza. Forse non nel modo giusto. Ci eravamo conosciuti perch. Ci incontrammo a una festa, dove mi disse di possedere una Ludwig del 1. Lo chiamai nei neonati Mugnions, e di tutti lui era l’unico musicista vero, con le stigmate. Massimo Maione, il bassista oggi magistrato; Mario Leonelli, detto Kranio, ottimo musicista ancora oggi e Hare Krishna; Giovanni Sensi, chitarrista ritmico, oggi avvocato! Ma solo Ringo era nato con il rock’n’roll in corpo. E sempre con lui, nell’8. Tradimento. Ci trovavamo a provare in via Mariti, nella cantina di suo padre. Io e lui eravamo gli unici membri fissi, mentre tutti gli altri giravano. Io al basso e alla voce, Ringo alla batteria. Da quell’esperienza nacque il pezzo La battaglia sacra che fin. E non ne esci quasi mai. Quando mi sono accorto di quello che stava succedendo, ho provato a intervenire, ma era ormai troppo tardi. Ringo aveva superato quella soglia oltre la quale diventi senza forze, con nessuna volont. Un cannino leggero ogni tanto me lo faccio e non mi sta spappolando il cervello. Ovvio che in dosi massicce anche la maggiorana pu. Anche solo per composizione chimica non fa troppi danni. Il Thc, ovvero il delta- 9- tetraidrocannabinolo, uno dei maggiori e pi. Certo, se cominci a farti ogni giorno cinque cannoni di super skunk olandese tirata fuori in laboratorio, allora le cose cambiano perch. Chi dice il contrario fa disinformazione sapendo di farla ed . Infatti le tipologie di cannabis che si trovano normalmente in natura, prime fra tutte l’indica e la sativa, non sono altro che la classica canapa di cui l’uomo conosce da millenni i tanti possibili impieghi: il consumo ricreativo, la fabbricazione di corde e tessuti, di antidolorifici e altre soluzioni farmacologiche per favorire il rilassamento. No, io non l’ho mai coltivata, se . Non avrei mai potuto: non ho il pollice verde e soprattutto son troppo nomade per curare un qualsiasi sanissimo orto autarchico. Ci ho provato, lo ammetto, ma dopo un po’ ho abbandonato. La consumo quando me la regalano. Mi fido solo di chi mi dice: «Questa la coltivo in campagna dal mi’ babbo». Roba sana, fatta col cuore e donata col cuore. Pensaci bene: la maggiorana la passi, la dividi, la fumi con gli amici. Con le droghe pesanti non esistono generosit. Puoi farti con qualcuno, al limite spartire la stessa droga con un altro, ma sempre per interesse, non per generosit. Con l’eroina al massimo scambi l’ago, dando inizio a una fine pi. Nel mondo dell’eroina non ci pu. Provai a capire come aveva iniziato e con chi, ma lui fu omertoso. Mi appellai alla nostra amicizia, ma mi resi conto che fra di noi si era messo un mostro che divorava ogni sua volont. Ringo non aveva il senso della misura. Non si controllava nemmeno con l’alcol, che riusciva a sopportare in grandi quantit. Sono sicuro che abbia iniziato a farsi di eroina convinto, come tutti, che avrebbe potuto smettere in qualsiasi momento. Un giorno lo incontrai sul Ponte alle Grazie, per caso. Mi sfuggiva, mi evitava, non si faceva vedere, perch. Mi aveva sentito condannarle migliaia di volte, per questo non ne voleva discutere. Quel giorno il destino per. Provavo sentimenti contrastanti. Rabbia, amore, dolore. Avrei voluto quasi mettergli le mani addosso, per scuoterlo, fargli capire. Avrei voluto. Pensai che c’era ancora una possibilit. Non disse quasi nulla, ma il solo fatto che fosse venuto mi dava speranza. Era l’inverno del 1. Berlino il Muro era caduto da poco. E se era caduto quel Muro di merda, forse poteva cadere anche quell’altro muro che impediva a Ringo di guardare oltre, con occhi nuovi e giusti. Quel giorno dissi poche parole: «Ringo, basta prendermi e prenderti per il culo. Ci sei dentro fino al collo. Tu adesso azzeri tutto. Con Ghigo stiamo preparando un grande album, ci sono gi. Cadevi a pezzi!». Montr. Eravamo dilaniati da tensioni interne, problemi che avrebbero poi portato alla separazione da Gianni Maroccolo, che in quei giorni era in luna di miele, e dall’Aiazzi, che era diventato confuso e sfuggente. Insomma,il concerto non nasceva sotto una buona stella, ma Ringo diede veramente il peggio di s. Eppure era una grande occasione. Il festival era bellissimo, lo Spectrum era un luogo fantastico e il cartellone prevedeva nomi internazionali come La Mano Negra, la storica banda di Manu Chao. Ringo non riusciva a tenere le bacchette. Suonava e gli cadevano, le perdeva. Era scarichissimo, il fantasma del Ringo travolgente degli anni precedenti. E non so se fosse cos. Fatto sta che non c’era. Quel concerto fu un doppio requiem: per Ringo e per i Litfiba anni Ottanta. Dopo che gli ricordai la disfatta di Montr. Fu la prima e ultima volta che si confess. Ero convinto che si potesse ancora salvare e chiamai anche Ghigo per comunicarglielo. Rassicurai Ringo, ma non indorai la pillola: gli dissi solo cose in cui credevo fermamente. Gli suggerii anche di iscriversi a una scuola di musica a Milano, per diventare un batterista ancora pi. Quando sei avanti con la dipendenza, cambiare citt. Lui faceva segno di s. Poi aggiunsi: «Ora chiamo i tuoi e gli spiego tutto, cos. Ci stanno pensando loro a trovare un posto per la riabilitazione». Feci la cazzata di credergli. I suoi non sapevano nulla. Lo appresi solo dopo il funerale. Forse, se avessi chiamato i suoi genitori per controllare, tutto sarebbe andato diversamente. Fu una grande lezione di vita: mai credere a un drogato che . Quando sei schiavo della droga, racconti qualsiasi cazzata, anche a te stesso. Non avrei mai pi. Eroina e cocaina mi rincorrono e mi circondano. Anche se non ne faccio uso, c’. Per l’eroina, recentemente, ho perso anche il mio amico Franck. Scambio di siringhe sbagliate. Io, lui e Ringo eravamo amici per la pelle. Ci eravamo conosciuti a Parigi, al Forum des Halles, nel 1. Era un dj rock e quella volta ci aveva raggiunti dopo un concerto dei Litfiba, accompagnato da una ragazza corsa, Marie France. Dopo dieci minuti eravamo gi. Con lui e Ringo ho diviso notti brave e grandi bevute nei bassifondi. Peccato che anche Franck si facesse di brutto. Nel 1. 99. 1, poco dopo la morte di Ringo, scopr. Una forza incredibile, Tonton Franck bionique. Il problema con le droghe, qualsiasi droga – il tabacco, l’alcol, l’erba, l’hashish, i milioni di tipi di pasticche, lo speed, la coca, l’eroina, il gioco d’azzardo, la tivv. Ora che la Corte Costituzionale ha bocciato la legge proibizionista Fini- Giovanardi – quella per cui . Lo aveva chiamato Gianni Maroccolo, che ne era bassista e produttore. Guai, subito dopo la separazione, anche solo a nominare Maroccolo e Aiazzi in casa Litfiba. Io, da vero bastian contrario ribelle, me n’ero fregato e, da parte mia, avevo accettato l’invito di Gianni e Antonio a partecipare al progetto Beau Geste, uno degli snodi paralleli che Maroccolo e Aiazzi avevano con Magnelli. Sembrava stare meglio, pareva pi. Forse stava davvero venendone fuori. Mi fa senso dirlo, ma questo . Se decidi, durante la disintossicazione, di farti uno schizzetto, come si dice in gergo, e l’eroina che ti inietti in vena . Sui giornali si leggeva ogni giorno di qualche morto di overdose. Troppi cadaveri in troppo poco tempo poteva significare solo una cosa: bisognava stare lontani da quella partita di droga. Tentare di descrivere quello che si prova in quei momenti . Siamo rimasti tutti chiusi, ognuno nella propria disperazione: quella dei suoi genitori era certamente pi. Con il passare del tempo, per. Lo capisco. Sono andato sulla tomba di Ringo, nel 2. Mi ricordavo vagamente dove era stato interrato, ma non c’era pi. Sono andato a chiedere al custode di quel piccolo cimitero di Firenze Rifredi. Era in fondo a un corridoio, proprio alla fine del cimitero. Sulla lapide nemmeno una foto o un fiore, solo il suo nome. Un loculo senza una foto, questo.
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January 2017
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